ORCHIDACEAE

      

La famiglia delle orchidaceae rappresenta un raggruppamento molto famoso oltre che per la bellezza degli organismi che vi appartengono anche per la notevole diversità morfologica all’interno delle numerosissime specie nonché per i numerosi adattamenti da esse messi in atto per l ‘impollinazione da parte dell’entomofauna. Dal punto di vista botanico parliamo di erbe terrestri (talvolta epifite) di piccole dimensioni, con foglie alterne (talvolta spiralate o distiche) e parallelinervie, spesso basali o caulinari, guainanti alla base. Le infiorescenze sono indefinite e portano fiori generalmente zigomorfi e resupinati (ruotai di 180° durante lo sviluppo). Quest’ultimi sono composti da 3 tepali esterni petaloidi e 3 tepali interni di cui il mediano modificato a formare un labello su cui si sviluppa uno sperone in cui si produce il nettare. Gli stami sono massimo 3, più spesso 1 o 2, adnati allo stilo e allo stigma, formanti una colonna. I granuli di polline sono raggruppati in masserelle dette pollinii, i carpelli sono 3, connati e con ovario infero, lo stigma è fortemente modificato con una parte non ricettiva e appiccicosa detta viscidio. I frutti sono delle capsule deiscenti con semi piccoli e con tegumenti crostosi.

 

 La distribuzione di queste meravigliose piante è molto vasta e presenta una notevole quantità di specie nelle zone tropicali, in cui sono numerose anche le specie epifite.

Economicamente parlando, la famiglia risulta importante per la produzione di piante ornamentali e per la produzione di vaniglia (Vanilla planifiolia).

 

La sistematica delle Orchidaceae risulta tutt’oggi complessa ed oggetto di ricerche tuttavia un primo approccio filogenetico può essere affrontato radicando un albero che prevede come sister group la sottofamiglia delle Apostasioideae (Apostasia e Neuwiedia) nella quale riconosciamo dei caratteri ancestrali come ad esempio gli stami debolmente adnati allo stilo, il polline in granuli singoli e lo stigma simmetrico. Il resto delle Orchidaceae possiede lo stigma asimmetrico e il polline in masse polliniche viscose o fuse, all’interno di queste le Cypripedioideae che possiedono il labello sacccato. Un altro carattere che potrebbe essere utile nella sistematica è la monoandria ovvero la presenza di un solo stame fertile e di due staminodi fertili o assenti, tuttavia questo carattere è ancora oggetto di controversie poiché potrebbe essere frutto di convergenze e parallelismi piuttosto che da una singola evoluzione. All’interno delle monoandre sono incluse le vanilloideae in cui i due stami sono ridotti a staminodi, in seguito troviamo altre due sottofamiglie: le Epidendroideae e le orchidoideae (comprendenti le Spiranthoideae). Le prime condividono il carattere dell’antera inclinata sopra la corolla mentre le seconde presentano apomorfie come le antere con apice acuto, fusto tenero e assenza di granuli di silice.

L’impollinazione dei rappresentanti di questa famiglia è sicuramente l’aspetto più interessante, infatti gli adattamenti per attirare gli insetti sono i più disparati fino ad arrivare a simulare la forma ed anche l’odore di individui del sesso opposto per indurre l’insetto in questione all’accoppiamento con il fiore che simula il partner e che rilascia il polline sul visitatore senza nemmeno preoccuparsi di produrre una ricompensa zuccherina (Ophrys,Cryptostylis). Lo stesso labello rappresenta una piattaforma di atterraggio per l’impollinatore che viene guidato fino al nettare.

Ophrys bombyliflora Link, 1799

Ophris apifera Huds. Ophris speculum Link, 1800