AMBIENTE E MORFOLOGIA COSTIERA

Le acque marine sono caratterizzate da tre principali tipologie di movimenti :

– le maree

– le correnti

– il moto ondoso

queste tre categorie agiscono in modo significativo sia sul paesaggio sub-aereo che su quello subacqueo. Le maree dobbiamo descriverle come variazioni del livello del mare dovute ad interferenze tra i campi gravitazionali del sole e  della luna con le masse d’acqua terrestri , tale interazione avviene con una periodicità di 2 alte maree e due basse maree in 24 h e 50 ‘ . In particolari situazioni geografiche si possono avere dislivelli tra alta e bassa marea anche di decine di metri , inoltre si possono avere delle correnti di marea in bacini semichiusi o in zone che presentano diversità nell’entità del fenomeno e che sono connesse tramite uno stretto.

 Le correnti invece sono spostamenti d’acqua subacquei che possiamo immaginare come dei fiumi sottomarini , tali spostamenti sono dovuti essenzialmente a fenomeni termodinamici ( quindi differenze di temperatura delle acque ) a barici , oltre che dovuti a differenze di salinità e quindi di densità. Si instaurano quindi dei moti convettivi che consentono lo spostamento sia orizzontale che verticale di masse di acqua , ad esempio sappiamo che acque a temperatura maggiore tendono a salire e vengono rimpiazzate da acque più fredde che invece scorrono in profondità andando verso il basso.

Per ultimo ma non meno importante abbiamo il moto ondoso che con la sua incessante e ostinata attività è responsabile della maggior parte delle morfosculture apprezzabili anche ai meno esperti. Il motore che permette la formazione di tale moto è il vento che esercita forze di pressione ed attrito sulla massa d ‘acqua mobilitando le particelle. Dobbiamo pero chiarire che in realtà vi sono due tipologie fondamentali di onde , infatti in mare aperto le particelle sottoposte alla forza del vento si spostano in maniera circolare senza compiere spostamenti netti orizzontali , tale fenomeni ciclico si propaga in profondità diminuendo di intensità fino a scomparire del tutto, la risultante effettiva di questa interazione è semplicemente un oscillazione verticale periodica del livello d’acqua in un determinato punto, possiamo chiamarle cosi onde di oscillazione .

Un’altra tipologia di onda ben nota a tutti la abbiamo invece quando ci avviciniamo alle coste nel momento in cui la profondità diviene inferiore alla metà della lunghezza d’onda ( distanza tra una cresta e l’altra ) e quindi il moto ideale di oscillazione viene influenzato dall’attrito del fondale che provoca ritardi nel movimento ciclico delle particelle tanto da deformare questo moto circolare in ellittico. Cosi facendo la porzione più profonda si sposta quindi più lentamente mentre la porzione più superficiale si riversa in avanti a maggior velocità componendo un frangente d’onda, abbiamo quindi le onde di traslazione.

Dobbiamo però delineare l’areale di formazione di un fenomeno ondoso , infatti possiamo quindi rappresentare con un angolo che chiamiamo settore di traversia  l’areale potenziale su cui può agire il vento considerando tutte le possibili direzioni , mentre con il nome di Fletch  identifichiamo la superficie su cui effettivamente agisce un vento e lo quantifichiamo misurando la distanza massima tra due punti ; rispettivamente quello in cui il vento inizia ad agire e quello in cui il vento cessa di agire. Nel fetch quindi si creano onde vive capaci di influenzare per propagazione anche aree esterne e lontane dal settore interessato.

COMPORTAMENTI FISICI DEL MOTO ONDOSO

– RIFLESSIONE = in prossimità di un ostacolo come può essere una parete a picco sul mare profondo , le onde di oscillazione possono venire riflesse in verso opposto a quello di provenienza con una inclinazione pari all’angolo di incidenza. Tale carattere può quindi portare alla sommazione di due onde, una “uscente” e l’altra  “entrante “, dando vita ad un onda stazionaria  che provoca un’innalzamento e un abbassamento del livello d’acqua maggiore senza pero effettuare uno spostamento orizzontale

-DIFFRAZIONE =  il fenomeno della diffrazione la propagazione delle onde dietro degli ostacoli in maniera radiale , tale propagazione multidirezionale è dovuta ad una brusca variazione dell’energia dovuta allo scontro con l’ostacolo stesso  che fa incurvare i fronti d’onda

-RIFRAZIONE = il fenomeno della rifrazione risulta concettualmente più complesso che però si palesa in modo evidente nella morfologia costiera con la formazione di promontori e baie. In sostanza immaginando un’onda avvicinarsi ad una linea di costa non rettilinea notiamo come i fronti d’onda tendano ad uniformarsi alla linea di costa disponendosi parallelamente ad essa, ciò avviene poiché l’onda che per prima incontra il promontorio risente anticipatamente rispetto ad altri punti della presenza del fondale che ne provoca un rallentamento, questo rallentamento si manifesta con l’inflettersi del profilo dell’onda nella porzione incidente. Avremo quindi una concentrazione di energia nei promontori mentre nelle baie l’onda avendo un raggio di azione più ampio ha il tempo di dissipare la sua energia , ciò si tradurrà come erosione nei promontori e deposiozione nelle baie ovvero come una tendenza a rettificare la linea di costa.

TRASPORTO

Un altro effetto di queste caratteristiche fisiche del moto ondoso si manifesta tramite una tipologia di trasporto a “denti di sega” esercitato da correnti di deriva litorale  instauratesi grazie all’incontro tra una costa non rettilinea ed un’onda ,  infatti il rallentare in diversi tempi dell’onda crea una componente longitudinale di deriva che viene interrotta periodicamente da correnti di risacca provocando il tipico spostamento a zig zag dei materiali.

Un’altra tipologia di trasporto è attuata sulla parte sommersa della spiaggia e prevede il classico movimento in avanti ed in indietro dei granuli a cui viene ceduta parte dell’energia di oscillazione.

DEPOSIZIONE

La presenza quindi di queste correnti di deriva litorale possono quindi portare alla deposizione parallela alla costa di materiale che può costituire inizialmente scanni per poi raggiungere le dimensioni di cordoni litoranei, il processo di formazione di quest’ultimi può avvenire grazie anche a venti laterali. Talvolta il moto ondoso può provocare la deposizione dietro degli scanni provocando cosi la formazione di una lingua di terra che li collega a terre e che prende il nome di tombolo. Ovviamente la forma di deposito più celebre in tale ambiente è la spiaggia ; per spiaggia dobbiamo intendere quella porzione del litorale composta da materiale sciolto e che può subire spostamenti da parte del moto ondoso, per convenzione l’estensione di una spiaggia è fissata verso terra dal limite raggiunto dalle onde di tempesta. Possiamo identificare una zona intertidale  ovvero la zona interessata dalla variazione del livello d’acqua dovuta alle maree, una battigia ovvero la porzione inclinata della spiaggia interessata dal flusso montante e di risacca , ed infine una zona sommersa  che resta costantemente sotto il livello di bassa marea.

EROSIONE

Il moto ondoso è il maggior responsabile dell’erosione in ambiente marino anche se non l’unico. Si utilizza il termine abrasione per l’erosione prodotta dallo sfregamento dei clasti presi in carico dalle onde contro compagini rocciose. Il risultato di tale erosione è una  falesia con una piattaforma di erosione  

altre tipologie di erosione possono essere ad esempio quella meccanica dovuta alla forza d’urto o la chimica e biochimica o quella dovuta ad imbibizione e disseccamento, che possono portare alla formazioni di grotte e scogli isolati.

Una bellissima forma dovuta all’azione meccanica del moto ondoso è rappresentata dai solchi di battente  ovvero incisioni orizzontali in corrispondenza del livello medio della superficie marina. Si notano particolarmente su rocce carbonatiche in cui il processo è favorito anche dalla dissoluzione.

Inoltre piattaforme e falesie in seguito a variazioni di livello del mare possono trovarsi su scarpate sopraelevate a testimonianza prendendo il nome di  terrazzi marini , se poi tali terrazzi sono correlati ai terrazzi fluviali di una valle in prossimità si può ricostruire un modello cronologico che ci permette di capire gli avvenimenti passati di regolarizzazione del profilo di equilibrio e quindi le variazioni del livello di base.

BILANCIO DI FENOMENI DI EROSIONE E ACCUMULO DELLE SPIAGGIE

Vorrei terminare questa inquadratura generale dell’ambiente costiero riferendomi ad una problematica sempre più attuale ovvero al fenomeno di erosione delle spiagge che affligge in maniera particolare la penisola italica.

Si ha stabilità della costa quando gli apporti da parte dei corsi d’acqua e i rimaneggiamento ed allontanamento del materiale ad opera del mare si equivalgono, situazione in realtà piuttosto labile e incostante, infatti mutamenti di regime morfodinamico di una spiaggia posso esser dovuti a molteplici cause tra cui :

-cambiamento dei regimi e delle portate solide dei fiumi

– variazioni del moto ondoso ( direzioni , intensità )

– cause antropiche (costruzioni su costa, prelievo di materiale, moli , pennelli , porti )