MORFOLOGIA PERIGLACIALE

AMBIENTE E MORFOLOGIA PERIGLACIALE

Per prima cosa dobbiamo definire cosa si intende con il termine periglaciale, infatti tale termine può trarre in inganno poiché indica la prossimità di un ghiacciaio ma in realtà dobbiamo estendere l’areale anche a zone continentali in cui non vi sono ghiacciai, più giusto infatti si presenta il termine morfologia crio-nivale che fa riferimento ai processi di crioclastismo e di gelo-disgelo che sono caratteristici di tali ambienti. Bisogna quindi tenere conto delle variazioni di temperatura sia a livello giornaliero che stagionale, le prime hanno influenza molto ridotta e interessano una porzione ristretta dello strato più superficiale del suolo mentre le variazioni stagionali si ripercuotono per uno spessore di metri attenuandosi verso il basso dove si trasmettono con ritardo. Delineando un profilo verticale possiamo affermare che ad una determinata profondità (10-25m) tali influenze atmosferiche cessano e si arriva quindi ad un livello neutro . lo strato più superficiale del suolo , ovvero quello che subisce lo scongelamento, viene detto  strato attivo  al di sotto del quale abbiamo il permafrost in cui la temperatura è perennemente pari o inferiore al valore di 0°C. Tuttavia la porzione di permafrost che si trova tra il livello neutro e lo strato attivo pur avendo temperature inferiori a 0°C subisce delle oscillazioni dovute ai cambiamenti termici stagionali. Come vedremo questo strato attuerà dei processi alla base delle morfosculture tipiche di tali ambienti.

In sostanza il permafrost rappresenta una porzione di terreno composta non solo da ghiaccio ma da materiale detritico in cui vi è una componente ghiacciata dovuta ai liquidi intergranulari.

MORFOSCULTURE TIPICHE DELL’AMBIENTE PERIGLACIALE

Pingo = con tale termine eschimese si intende una collinetta conica su terreni argillosi o siltosi, nel cui nucleo è presente del ghiaccio. L’acqua proviene dal basso per spinta idrostatica o criostatica  , specialmente in zone in cui vi era un lago od un braccio fluviale. Talvolta tali strutture possono “esplodere” formando un laghetto circolare apicale

palsa= con il termine Palsa si indicano generalmente tutte quello forme collinari in cui nel nucleo troviamo della torba alternata a strati di ghiaccio dovuti alla segregazione dell’acqua dalla prima

Altri fenomeni caratteristici dell’ambiente periglaciale sono dovuti alla contrazione e dilatazione della porzione di permafrost che si trova al di sopra del livello neutro e che qui chiameremo stagionale. Infatti essa provoca la formazione di strutture poligonali costituite da fessure sub-verticali distanti decine di metri l’una dall’altra.

Il gelo-disgelo permette quindi all’acqua di penetrare nelle fessure e ricongelare all’interno di esse formando lastre di ghiaccio verticali che si accumulano nel tempo , tale conformazione prende il nome di cuneo di ghiaccio.

possiamo denotare un evoluzione cronologica degli eventi che portano alla formazione di tali strutture :

– in inverno si crea per dilatazione-contrazione la formazione di poligoni

-in estate lo strato attivo si scioglie e permette la percolazione dell’acqua nelle fessure

– in autunno l’acqua gela in una vena di ghiaccio

con la totale fusione del ghiaccio componenti detritiche possono entrare nella fessura colmandola , componendo cosi una traccia paleogeologica di un processo crio-nivale.

Un effetto dovuto invece all’escursione termica giornaliera può essere quello della formazione di ghiaccio aciculare o pipekrakes in superficie , ovvero aghetti di ghiaccio che si svolgono in direzione perpendicolare sul substrato e che possono attuare tramite scioglimento e riformazione un trasporto modesto di piccoli detriti.

CRIOTURBAZIONE E GELIFLUSSO

I movimenti che lo strato attivo subisce sono perlopiù verticali e sono rappresentati da involuzioni e piegamenti. Inoltre il congelamento del suolo provoca spinte verticali che innalzano il materiale detritico e lo rilasciano in seguito a scongelamenti in un posto non coincidente con l’iniziale. Questi spostamenti sono i responsabili della formazione di terreni figurati in cui si rinvengono cerchi di pietre o composizioni deposizionali geometriche.

Nel caso sia presente una pendenza tali strutture vengono a deformarsi fino ad aprirsi in strie che decorrono lungo la pendenza.

Per ultimo dobbiamo citare i processi di geliflusso che a seconda dell’umidità del terreno possono interessare i versanti. In sostanza si possono avere colamenti in massa di porzioni di suolo che grazie all’imbibizione dovuta allo scioglimento delle nevi e/o dei ghiaccio porta all’aumento di peso del materiale e al decremento delle forze di coesione .

LE VALANGHE

con tale nome ci riferiamo a fenomeni parossistici e violenti in cui una ingente massa nivale frani lungo un pendio conseguentemente a sollecitazioni si esterne che interne alla massa stessa. Sono sostanzialmente di tre tipi : a lastroni, di neve incoerente , di ghiaccio .Tali fenomeni possiedono una potenza in grado di catturare rocce degradate e di modificare l’asseto floristico di una zona.